
Loris Garau.
Dopo le scuole medie, Loris Garau sarebbe dovuto andare a lavorare. Era una scelta naturale, obbligata, scontata, nel suo contesto familiare. Non per lui.
I suoi fratelli rispettarono il copione. In famiglia non erano ammesse discussioni in merito. L'alternativa dovevi pensarla in segreto, immaginarla nella mente, e conquistarla con i fatti. Quali? La scuola. Loris andava bene, prendeva ottimi voti ma soprattutto aveva un'ottima testa. Anche letteralmente: era testardo. I professori si accorsero di lui e lo aiutarono. Senza di loro, chissà: ecco perché, oltre alla tenacia, nella storia di Loris c'è un'abbondante dose di riconoscenza. Verso la scuola, verso i professori. Chiamavano la sera, spiegavano quanto fosse importante mandarlo a scuola ancora, assecondarlo, sostenerlo. Ci riuscirono. Le scuole superiori, scontate per i più, furono per Loris la prima, grande conquista.
Quale scuola? La scelta era ridotta. Una di quelle vicine a casa. E tra quelle, optò per la più sicura, la più lineare: ragioneria. Era l'unica non-tecnica, di stampo (anche) umanistico. Ed era anche la più vicina a casa, a Sarezzo, comune a nord di Brescia. Proprio lì dove, qualche anno dopo, Loris Garau fonderà una web agency: Dexanet. Non l'aveva ancora in mente quando si candidò per diventare rappresentante di istituto. Non se ne rendeva conto, ma l'idea di un'agenzia di comunicazione, in lui, era già presente. Per i corridoi gli chiedevano perché non pubblicizzasse la sua candidatura: tutti gli altri, già un mese prima delle elezioni, appendevano fogli sulle bacheche della scuola. Botte e risposte. Loris rimaneva sullo sfondo, ma non con le mani in mano: a casa disegnava affissioni grandi quanto le pareti. Diede vita ad una campagna di comunicazione multisoggetto: Willy Coyote affisso al bar, con la sigarettina in mano, “Per una scuola più chic, vota Loris”; Paperon de Paperoni, appeso in un androne, con due pugni uniti, perché “Adesso basta: vota Loris”; Lupo Alberto al soffitto che suggeriva “Loris, più in alto di tutti”. Fu un grande successo, nel suo piccolo: 70% di voti. Ancora oggi, per quanto si sa, è il miglior risultato della storia dell'istituto.
Dopo il diploma, Loris Garau trovò lavoro come operaio. E nei fine settimana, cameriere. Era da solo, doveva trovare un modo per mantenersi. Si dava da fare senza fermarsi né lamentarsi. Così per dieci mesi, ogni giorno, in attesa del servizio militare: entrò come paracadutista, poi seguì il corso per diventare ufficiale. Durante quest'ultimo ebbe l'opportunità di vedere i primi personal computer che si affacciavano sul mercato italiano. Era il 1994, non tutti li avevano. E intuì le loro potenzialità: pensò che sarebbero stati il futuro, allora al rientro si iscrisse ad un corso serale per diventare analista e programmatore. La svolta: solo così sarebbe potuto diventare, qualche anno dopo, Ceo di Dexanet, web agency che ha anticipato molti nella realizzazione di software prima e siti internet poi. Durante il giorno lavorava come impiegato. La sera andava al corso. Fino alle due di notte studiava, e la mattina dopo ricominciava. E così per due anni.
Era il 1997, gli albori del mondo pc. Arrivò la telefonata di Claudio Pinti, della Pintinox: lo assunsero come responsabile del sistema informatico quando ancora il sistema informatico non esisteva. Non proprio. Loris, a 23 anni, informatizzò l'azienda e digitalizzò il sistema di gestione della produzione. Nel corso dei tre anni integrò Windows con il software gestionale bilingue e formò il personale per utilizzarlo. L'azienda guadagnò due giorni di lavoro nelle consegne. Capì che quel modo di fare si traduceva in vantaggi economici per le aziende.
Loris Garau diede le dimissioni per via di un ribaltone aziendale. Una questione di principio, non di soldi. Chiamarono altre aziende, ma la mente era ormai “in proprio”: Dexanet sarebbe stato il passo successivo ad un periodo di attività individuale. Loris vendeva il suo tempo, faceva ottime consulenze informatiche, ma non bastavano: voleva costruire qualcosa. Si faceva insistente l'idea di investire in una società che si occupasse di web, perché internet nel frattempo entrava nella quotidianità. Loris sviluppava applicazioni desktop ma si era convinto che non erano il futuro, non era più lì che bisognava investire. E allora, bastò unire i puntini: il web, la programmazione e la volontà. Nacque Dexanet, web agency.
Loris Garau fonda l'agenzia con Claudio Pinti, ma poi prosegue da solo. Crea una realtà dedicata al web quando il web era appena nato, sfruttando le sue competenze da programmatore e modellandole secondo le esigenze del mondo digitale. I primi siti internet dell'agenzia erano sviluppati da zero, non esistevano i CMS. Poi in Dexanet ne è stato creato uno interno, ma è stato anche abbandonato quando non era più utile: Loris ha saputo lasciarsi alle spalle gli investimenti fatti per guardare avanti. Perché se il mondo va veloce, quello digitale ancora di più e non ti permette di pensare al passato: ti lascia indietro.

Negli anni, Dexanet cresce, cambia, si sviluppa. Inizia a non dipendere più solo dalla crescita personale di Loris, ma anche da quella di chi ci lavora.
Le competenze in agenzia si allargano, si diversificano e si aggiornano. La web agency estende il raggio d'azione e diventa anche un'agenzia di comunicazione, proprio quando le agenzie tradizionali venivano cambiate da internet. Come d'altronde veniva cambiato il mondo. Dexanet ha intuito da subito che il web sarebbe diventato il principale mezzo di comunicazione, dunque era fondamentale non solo esserci, ma anche utilizzarlo come canale per comunicare. Così, oltre alle figure specializzate nello sviluppo dei siti, vennero inserite figure creative - copywriter, grafici, fotografi, videomaker, oltre che un direttore creativo – che interagivano tra loro. Che facevano squadra.
Dexanet oggi è un'agenzia nativa digitale che offre servizi per il web e per la comunicazione davvero integrati. In altre parole, un partner. Chi si è rivolto a Dexanet durante questi 20 anni ha ottenuto risultati concreti attraverso diverse azioni di comunicazione, non una comunicazione fine a sé stessa. Il lavoro di Dexanet non è autoreferenziale, non può esserlo, come non lo è per indole Loris: cerca infatti di essere il titolare che avrebbe voluto. Lo ripete spesso, e se lo ripete quando prende le decisioni, sempre per il bene dell'azienda sul lungo periodo. Alla base, poi, c'è la convinzione che la qualità, alla lunga, paghi. E possa fare la differenza. E che la qualità possano farla solo persone giuste. Così è stato, così è oggi. E, ne è certo Loris Garau, così sarà in futuro.